Ceva's Adventures

Tra aquile, yurte e steppe:

il nostro Kazakhstan fai-da-te

Tra aquile, yurte e steppe: il nostro Kazakhstan fai-da-te

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Una sera Marco mi ha mostrato la foto di un lago incredibile e mi ha detto: “Questo mi piacerebbe vederlo”. Con una semplice ricerca su internet abbiamo capito che si trattava del Kaindy Lake e da quel momento ho iniziato a navigare su internet alla ricerca di informazioni sulla possibilità di viaggiare fai-da-te in Kazakhstan.

La maggior parte dei siti lo scoraggiavano assolutamente, sia per la difficoltà del territorio che per gli ostacoli legati alla lingua. 

 

Ovviamente c’erano anche viaggiatori solitari, ma si trattava soprattutto di coppie giovani senza figli al seguito e comunque parliamo di pochissime persone.

Marco si è messo a studiare le strade ed io a capire quali fossero i luoghi da non perdere e ad ipotizzare un itinerario.

 

Alla fine abbiamo deciso che non sembrava così infattibile e ci siamo lanciati! A posteriori abbiamo fatto bene perché la nostra esperienza è stata favolosa!!

 

 

 

La descriviamo perché è un Paese che merita decisamente di essere visitato e speriamo che in tanti possiate vivere la nostra splendida esperienza!

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Iniziamo con il dire che il Kazakhstan è enorme, circa 9 volte l’Italia e la popolazione è pari a 20 milioni, un terzo dell’Italia.

Quindi un Paese immenso e poco popolato.

Noi ci siamo concentrati sulla parte orientale, ma ci è piaciuta talmente tanto che torneremo per visitare quella occidentale!

                                                                                                                              Comunicazioni:

 

Passiamo agli aspetti pratici:

 

  • L’inglese è poco parlato, ad Astana (la capitale) un po’ più conosciuto, ma per il resto poche persone lo parlano e comunque poco.

 

  • La loro lingua è il kazako (non presente su google translator) e capiscono il russo. Quindi finchè c’è copertura internet si può utilizzare google translator, quando la copertura è assente occorre ricordarsi del gioco dei mimi o aver precedentemente scaricato la lingua sul cellulare…

 

  • Parlando di copertura, Marco e Nico hanno attivato l’opzione Asia sul proprio numero, mentre Camilla ed io abbiamo preso in Italia una esim di Airalo.

 

  • In ogni caso buona copertura nelle città e presente solo a tratti fuori.

 

  • E’ comodo riuscire a decifrare qualche parola in alfabeto cirillico, basta una settimana di Duolingo (gratuito) perché a volte la pronuncia è familiare, ma non la scrittura. Intendo dire che ci sono parole dalla pronuncia a volte anglofona, se solo si riescono a pronunciare! E' utile anche per leggere i cartelli stradali!
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Siamo partiti dall’aeroporto di Malpensa con Turkish Airlines per Almaty, scalo ad Istanbul.

In tutto 9 ore di volo circa + 4 di scalo.

L’aeroporto di Istanbul è nuovo, enorme e carissimo! Quindi il consiglio è di premunirvi con acqua e

mangiare in aereo. 

 

 

Siamo arrivati alle 8 del mattino distrutti, ma finalmente ad Almaty.

Si tratta di una città che fino al 1997 è stata la capitale del Kazakhstan, quando fu deciso di spostarla

ad Astana. Per arrivare in hotel abbiamo preso il bus 79, solo perché ancora non conoscevamo l’esistenza

dell’app che ci ha cambiato la vacanza!

 

Si tratta di Yandex GO, che consiglio di scaricare il prima possibile! E’ utilizzato in vari Paesi asiatici ed è comodissimo. Abbiamo registrato un video in modo da farvi vedere il funzionamento, è davvero facilissimo ed evita attese e soprattutto l’incertezza della spesa e la contrattazione.

 

Molte persone vi chiederanno se volete un passaggio, ma il nostro consiglio è quello di affidarvi a Yandex Go 

quando siete nelle città, comodo e veloce!

 

I taxi costano pochissimo, una corsa interna alla città difficilmente costa più di 1.500 tenge (circa 2,5 euro). 

Costa un po’ di più su grandi distanze o per l’aeroporto.

 

In ogni caso, voto per Yandex GO: 10 e lode!

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Per la nostra prima notte ad Almaty avevamo prenotato il Wanderlust Hostel.

La posizione è centrale, a piedi si raggiungono tutti i posti da visitare.

Si tratta di un ostello con camerate, camere private e bagni in comune, pulito ed accogliente.

Spesso in Kazakhstan non sono disponibili camere quadruple, quindi se doveste essere anche voi in 4 sarete

costretti spesso a prenotare due camere doppie.

Noi abbiamo speso circa 40.000 tenge in 4 per due camere private doppie, ossia circa 16 euro a testa

(WANDERLUST HOSTEL RIVERSIDE ALMATY).

 

 

 

 

 

 

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Lasciate le valigie siamo andati subito al Kök Bazaar o Green Bazar (orario 9-18), il Mercato Verde. Un posto magnifico, molto grande ed ordinatissimo, diviso per tipologia di cibo dove tutti i commercianti ti fanno assaggiare ciò che vendono. Abbiamo comprato “beni di prima necessità”, come pistacchi e mango da mangiare nelle pause della giornata e tanta frutta buonissima! Il mercato è composto anche da tante bancarelle che vendono scarpe, vestiti e fuori dalla parte coperte oggetti più turistici.

NOTA: In Kazakhstan sembra tutto vicino ed invece dista chilometri, andare da un’attrazione all’altra implica comunque lunghe camminate, non scoraggiatevi, o armatevi di Yandex GO!

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Dopo aver visitato il mercato si siamo diretti alla Cattedrale Zenkov, un meraviglioso santuario ortodosso di epoca zarista costruito interamente in legno a inizio Novecento.

Nessun chiodo!

La sua cupola è variopinta e bellissima!

L’interno è molto dorato e ricco, si entra a capo coperto, quindi per le ragazze/signore, sempre meglio portare con se’ un foulard.

 

 

 

 

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La cattedrale si trova nel Parco Panfilov, ossia il parco dedicato al battaglione Panfilov ed ai suoi 28 soldati che combatterono contro le forze naziste appena fuori Mosca nel 1941. Si può ammirare un enorme monumento che li celebra, il maestoso memoriale della Grande Guerra Patriottica del 1941-1945 (come in molti paesi dell’ex URSS ancora ricordano la Seconda Guerra Mondiale) dove sono rappresentati 15 soldati delle corrispondenti repubbliche sovietiche che fuoriescono da un’enorme mappa dell’URSS sormontata dalle guglie del Cremlino. Sul lato opposto al memoriale si trova un edificio con una grande scalinata, l’ex sede della Casa degli Ufficiali, ma quando siamo andati noi non era visitabile.

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A questo punto ci siamo diretti alla Almaty Central Mosque, una delle più grandi moschee del Kazakistan, con una capacità di 7.000 visitatori. La costruzione è stata completata nel 1999 dopo che un incendio aveva distrutto quella precedente. L’ingresso principale è molto bello, spettacolare il lampadario, ma per le donne è possibile affacciarsi alla porta in modo discreto ed a capo coperto o entrare dall’entrata apposita, ma avendo accesso ad una sala secondaria che nulla ha a che vedere con quella principale. Stanchi ma felici siamo tornati all’ostello per dormire.Almaty è piena di posti dove mangiare, il cibo è buono e vario. Quindi, sbizzarritevi! Noi siamo andati a mangiare da Navat.

Giorno 3:

 

Alle 14 avevamo prenotato un volo per Astana, non potevamo non vedere la capitale ed abbiamo fatto benissimo! Vale assolutamente una visita!

Abbiamo volato con AirAristan, tutto semplice e puntuale (all’andata, al ritorno un paio d’ore di ritardo).

Come abbiamo detto Astana (oggi Nur Sultan dal nome del presidente che ha deciso di spostarla) è una città recente e modernissima.

Non sembra neanche che faccia parte del resto del Paese.

Una cattedrale nella steppa piena di colori, luci e grattacieli. In realtà abbiamo visto la stagione migliore, perché d’invero è perennemente battuta dal vento e la temperatura arriva a -20 gradi, abbiamo conosciuto diverse persone che ci hanno lavorato ma che dopo poco sono fuggite.

Comunque a luglio la temperatura è intorno ai 23 gradi, piacevolissima. Gli insediamenti già esistenti sono rimasti periferici, e la città è stata ampliata.

Avendo a disposizione grandi spazi, è stata costruita decisamente in grande! Fondamentalmente c’è un enorme viale pedonale che attraversa la città e lungo il quale si snodano le varie attrazioni da visitare. Siamo rimasti ad Astana due notti dedicandoci alla visita della città, il consiglio è quello di arrivare in taxi ad uno dei due estremi, ad esempio al Museo Nazionale e percorrerla tutta, dividendo le tappe almeno in un paio di giorni.

In linea di massima il percorso potrebbe essere questo:

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Le tappe principali iniziando il percorso da destra sono:          

 

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Il Museo Nazionale della Repubblica del Kazakistan: interessante, un museo nuovo che mostra come vivevano nell’antichità ed i reperti archeologici di questo popolo nomade. Ospita anche la ricostruzione di una yurta.

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La Moschea Hazrat Sultan non si può perdere, bellissima sia fuori che dentro!! Si può entrare insieme, ma le donne devono rimanere in un’area circoscritta dalla quale si può comunque vedere tutta la struttura. Per le donne è obbligatorio indossare una cappa che danno loro in dotazione.

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Proseguendo lungo il viale principale è possibile visitare la Piramide della Pace e della Riconciliazione, all’interno ci sono un teatro, una biblioteca ed un centro congressi. Noi non siamo entrati perché i km sono tanti, quindi su questo non sappiamo darvi indicazioni.

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Il Palazzo del Presidente ed i suoi giardini non erano visitabili in quanto era in corso una manutenzione generale, ma con tutti i lavori era veramente maestoso!

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La Torre Bayterek, simbolo di Astana ed impossibile da non riconoscere! E’ alta 97 metri come l’anno in cui Astana è stata scelta come capitale, la torre simboleggia l’uovo della leggenda dell’uccello samruk ed è uno dei primi monumenti ad essere stati costruiti in città. Si può salire in cima con un ascensore per avere una vista incredibile sulla simmetria maniacale dei giardini che la circondano e degli edifici lungo l’asse principale del nuovo centro. Le foto in realtà vengono molto male perché l’uovo ha i vetri dorati e incurvati. I kazaki in realtà vanno in cima alla torre più che altro per farsi foto mentre mettono la loro mano sull’impronta di quella del’ex presidente Nazarbayev. Anche qui purtroppo non siamo potuti salire perché quel giorno era chiusa per manutenzione…..

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Sempre proseguendo lungo il viale immenso, ci si trova nel Parco degli Amanti, un giardino dove si trovano installazioni artistiche.

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La Torre Bayterek, simbolo di Astana ed impossibile da non riconoscere! E’ alta 97 metri come l’anno in cui Astana è stata scelta come capitale, la torre simboleggia l’uovo della leggenda dell’uccello samruk ed è uno dei primi monumenti ad essere stati costruiti in città. Si può salire in cima con un ascensore per avere una vista incredibile sulla simmetria maniacale dei giardini che la circondano e degli edifici lungo l’asse principale del nuovo centro. Le foto in realtà vengono molto male perché l’uovo ha i vetri dorati e incurvati. I kazaki in realtà vanno in cima alla torre più che altro per farsi foto mentre mettono la loro mano sull’impronta di quella del’ex presidente Nazarbayev. Anche qui purtroppo non siamo potuti salire perché quel giorno era chiusa per manutenzione…..

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Sempre proseguendo lungo il viale immenso, ci si trova nel Parco degli Amanti, un giardino dove si trovano installazioni artistiche.

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Infine, dopo essersi lasciati sulla destra il Teatro dell’Opera e del Balletto, si arriva a Khan Shatyr, la struttura a tenda più grande del mondo, anche Khan Shatyr è firmato da Norman Foster ed è davvero una struttura meravigliosa. Ospita un centro commerciale enorme. Si tratta di un comune centro commerciale su più piani, le particolarità sono la presenza di un gioco (foto) all’interno, di una specie di vagone che fa perimetro del centro, di un interno piano dedicato ai giochi e ad un centro con piscina tropicale che immagino venga sfruttato soprattutto durante l’inverno.

Abbiamo dormito due notti all’Apart Hotel Triumf. Un bel posto, pulito e vicino al centro. Ovviamente due camere doppie, al 22esimo piano (avevamo prenotato con Booking chiedendo un piano alto). Apart Hotel Триумф Астаны 22 этаж, Секция 2, Astana (prezzi aggiornati per il 2025)

Ad Astana non si può perdere un giro serale, i grattacieli sono illuminati, sembra di essere in una piccola New York. Le persone sono nei locali a mangiare fuori sfruttando la bella stagione, l’atmosfera è festosa e contagiosa.

In generale Astana è una città che risulta abbastanza artefatta, una cartolina di presentazione di uno Stato che vuole entrare tra i grandi e vale assolutamente la visita.

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Giorno 6: 

La mattina dopo essere tornati ad Almaty siamo andati a ritirare l’auto. Come detto, avevamo letto tante recensioni che ci sconsigliavano assolutamento di guidare. Specificavano anche che la polizia kazaka era solita chiedere un “contributo” economico per proseguire il viaggio quando i turisti venivano fermati e che fuori dalle città i cartelli erano pochi e spesso inesistenti.

 

 

La via consigliata era quella di fare base ad Almaty e prendere parte a tour organizzati di un giorno (alcuni anche di due) proposti da tantissime agenzie locali, che portano i turisti nei dintorni di Almaty. In effetti inizialmente mi ero fatta scoraggiare ed ero entrata in contatto con la Panda Travel che vi segnalo perché rispondono sempre e sono gentili. Questa è comunque una via percorribile se non si vuole guidare e si preferisce un tour organizzato. 

 

Comunque alla fine con Marco abbiamo capito che il pulman non era per noi ed abbiamo prenotato una Nissan Terrano 4x4 con l’agenzia Vladex (Прокат и аренда авто в Алматы и Астане | VLADEX) con cui ci siamo trovati benissimo!

Abbiamo speso circa 260 euro per 6 giorni con 2 guidatori e kasko full. Abbiamo lasciato 50.000 tenge

di deposito (circa 80 euro).

 

 

Una volta firmato il contratto e sbrigate le pratiche siamo andati a fare la spesa: qualcosa da mangiare

a colazione o per pranzo (pane, biscotti e scatolette) e soprattutto tante bottiglie d’acqua.

Nel dubbio abbiamo sempre bevuto acqua in bottiglia, anche per lavare i denti!

 

 

 

 

A questo punto avevamo tutto, direzione Basshi Village a nord! Per queste 5 notti non avevamo prenotato nulla, ma non ce n’è bisogno, si trova tranquillamente disponibilità e le persone sono accoglienti e gentili. Come detto, l’unica barriera è la lingua, ma si tratta di una barriera superabile con un po’ di buona volontà.

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Questo è stato uno dei tratti di strada più belli, forse perché è stato il primo. Viaggiare nella steppa, nel nulla, incrociando pochissime auto, tanti cavalli e tante mucche è stato stupendo e ci ha fatto innamorare di questi paesaggi meravigliosi! 

 

La meta è Basshi Village. In alcune mappe è ancora indicato con il vecchio nome: Kalinino.

Si tratta di un piccolo villaggio disperso nella steppa.

 

Quando siamo arrivati il Visitor Center del Parco era chiuso, quindi i biglietti sono stati rimandati alla mattina dopo (chiude alle 17.30). Avevo visto le indicazioni di un campeggio che sembrava carino e siamo andati a parlare con il gestore. 

 

Nonostante fosse quasi al completo ci ha trovato una sistemazione decisamente alternativa, un ex camion militare adibito ad alloggio dove siamo stati benissimo. Si tratta di una struttura con vari alloggi. Ovviamente si può utilizzare la propria tenda, ma sono presenti anche yurte, tende del campeggio ed ovviamente il nostro camper! I bagni sono in comune, puliti ed ordinati.

 

Addirittura una signora che lavora lì si è offerta di lavare tutto ciò che avevamo usato e la mattina dopo era profumato ed asciugato. Per la notte abbiamo contrattato un prezzo che andava bene per entrambi compresa la cena. Tutto perfetto! A tavola c’erano ospiti da tutto il mondo, parlare tutti insieme è stato bellissimo ed un’ottima palestra in inglese per Cami, Nico e tutti noi!

Il sito di questo posto magico è: Altyn-Emel: Accommodation in Basshi, ma le foto del sito non gli rendono giustizia, è molto più bello.

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Giorno 7:

La mattina dopo siamo andati come prima cosa a fare i biglietti d’ingresso al parco (eravamo gli unici) e ci siamo diretti verso la Singing Dune.

Il percorso è breve, ma è tutta strada sterrata ed il fondo è ondulato. Si va molto piano, anche se abbiamo poi scoperto che andando un po’ più veloci le “ondine” si sentono meno….

 

La Singing Dune prende il nome dai suoni che la sabbia produce quando il vento la sfiora. Una leggera brezza crea un leggero cigolio, mentre i venti più forti producono un suono profondo e rimbombante, come un organo che suona nel deserto o un ruggito. Meno di 30 dune in tutto il mondo possiedono questa capacità di "cantare".

 

Salire in cima è stata un’impresa per me e Marco, mentre Cami e Nico sono saliti come le lepri! Ma ci siamo riusciti!

La duna è alta circa 150 metri, ma nella sabbia non è banale!

 

C’era parecchio vento e scendendo abbiamo sentito un suono sordo, simile al famoso ruggito. In ogni caso è bellissimo e vale la pena!

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In teoria avevamo previsto di visitare il giorno dopo i Monti Aktau e Katutau, ma ci hanno detto che la strada era decisamente peggiore di quella per raggiungere la Singing Dune ed abbiamo desistito! 

Le foto che ho visto sono stupende, sono monti con bande orizzontali di bianco, rosso e arancione che creano un effetto pastello. Questi colori provengono dai depositi di sedimenti e dall'attività vulcanica che ha scavato gole e canyon nel terreno. Prossima volta! 

A questa punto, tornati dalla Duna, ci siamo messi in auto e diretti verso Charyn Canyon, prossima tappa del viaggio.

Abbiamo guidato nuovamente tra km di steppa, sempre con paesaggi meravigliosi. La strada è asfaltata, ma piena di lavori, quindi per lunghi tratti si viaggia su uno sterrato decisamente dissestato! Siamo arrivati fino a XXXX ed abbiamo dormito (sempre in due camere) all’hotel XXXXX, perfetto per noi. Camere e bagni puliti. Abbiamo speso 45 euro in 4 colazione inclusa. Per la cena ci siamo inoltrati in un ristorante sulla via principale dove siamo stati benissimo, google translator ci ha aiutati ad interpretare il menu.

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Giorno 8: direzione Charyn Canyon! Si tratta di una meraviglia naturale che si estende per 154 km lungo il fiume Charyn, con pareti rocciose che in alcuni punti raggiungono i 300 metri di profondità. Per crearla ci sono voluti 12 milioni di anni, vento, acqua e sabbia che hanno plasmato l'arenaria rossa del canyon in formazioni incredibili.

Siamo andati al Visitor Center. In Kazakhstan non si paga un ingresso (tranne per la Singing Dune) ma solo l’accesso per l’auto, 3.000 tenge, ossia circa 5 euro. Il Charyn Canyon è visitabile dall’alto, percorrendo un sentiero con varie postazioni panoramiche. Lungo tutto il sentiero il Canyon è ben visibile. L’alternativa è percorrere una scalinata di XXX gradini e camminare sul fondo del Canyon, ma non siamo riusciti a capire se il mezzo elettrico che gira in loco ci avrebbe riportati al Visitor Center. Una guida russa mi ha detto che volendo esistono anche giri organizzati in auto che fanno fare il giro del canyon da altri punti di osservazione. Ci siamo limitati al giro dall’alto, lo spettacolo è magnifico, maestoso.

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A questo punto occorreva trovare un alloggio per la notte e ci siamo diretti al Saty Village.

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Andando via dal Charyn Canyon ci siamo fermati ad un punto di osservazione ed abbiamo visto il Black Canyon. La sua gola è molto più stretta, ma a noi è piaciuta anche di più. Forse per il contrasto tra le rocce scure ed il verde dell’acqua del fiume in fondo al canyon.

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Saty village è un villaggio dove ogni mattina arrivano pullman da Almaty pieni di turisti per visitare il Kolsay Lake ed il Kaindy Lake. All’uscita del villaggio stazionano tassisti locali che possono accompagnare ai laghi. Abbiamo guardato su internet varie guest house ed alla fine abbiamo chiesto ospitalità al Kolsay Kazakh Village. Scelta fortunatissima! Di fatto si tratta di una struttura familiare che mette a disposizione dei turisti 3 camere nella loro casa oltre ad altre costruzioni (yurte e piccole casette) nel loro giardino. Sono accoglienti, affettuosi e calorosi! Mira ci ha accolti a braccia aperte e fatti sentire i benvenuti. Offrono cena e colazione a cui partecipano a volte anche ospiti di altre strutture. Quella sera a cena eravamo solo noi 4, ma direi che la tavola parla da sola…..

Kolsay Kazakh Village, Saty (prezzi aggiornati per il 2025)

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@kolsay_kazakh_village

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Giorno 9: Questa mattina, dopo aver salutato a malincuore Mira e tutta la famiglia e dopo l’abbondantissima colazione, siamo partiti alla volta del Kolsay Lake. La strada non presenta problemi, soliti 3.000 tenge per l’accesso dell’auto e via! Il lago è carino, un tipico lago alpino. Non è possibile fare il giro del perimetro, in quanto lo stradello è presente solo fino al punto da cui partono i pedalò. 

Avevamo deciso di fare il giro a cavallo, ma alla fine non è piaciuto ciò che abbiamo visto ed abbiamo rinunciato. Sia chiaro che i kazaki vivono a cavallo da sempre, sono cavalieri pazzeschi ed hanno un rapporto stretto con questi animali magnifici, ma quel cavallo aveva problemi con un ferro e non ce la sentivamo.

Giretto del lago e poi di corsa nel ristorante sul lago (vista stupenda) per ripararci dal temporale.

Nel primo pomeriggio, nonostante il tempo non bellissimo, abbiamo deciso di dirigerci verso il Kaindy Lake, il lago da cui era partita la nostra idea di viaggio in Kazakhstan! La strada che porta al lago è all’inizio del Saty Village.

Il problema è che arrivati alla svolta abbiamo capito subito che la nostra 4x4 non sarebbe stata nemmeno lontanamente sufficiente ad intraprendere la salita ripida, sconnessa e fangosa.

Eravamo un po’ scoraggiati, da una parte volevamo assolutamente arrivare al lago, dall’altra sapevamo che non era nelle nostre possibilità. Abbiamo iniziato a girare senza meta in auto ed all’inizio del Saty Village abbiamo visto un furgoncino con la scritta “Kaindy Taxi” (leggere il cirillico aiuta anche in questo!). L’autista, un signore di mezza età, si è reso disponibile a portarci subito per 20.000 tenge non trattabili (circa 35 euro) e siamo andati. Le nostre impressioni erano corrette, non saremmo mai potuti arrivare da soli, oltre alla strada più devastata che dissestata, occorreva guadare due fiumi….

Comunque il taxi ci ha portati in un piccolo altopiano pieno di cavalli.

Inizialmente non era chiaro, ma la camminata dall’altipiano fino al lago non è breve e non fattibile a quell'ora del pomeriggio e quindi cavalli sia!

Può salire chiunque anche senza alcuna esperienza perché i cavalli sono tranquillissimi, abituati e legati tra loro. Un ragazzino giovanissimo (quello della foto) è salito dietro a Camilla e ci ha condotti in 20 minuti nelle vicinanze del lago.

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Devo dire che valeva ampiamente la pena. E’ anche chiamato "Il lago della foresta al contrario". Nel 1911 un violento terremoto sconvolse l'intera zona modificandola. Si creò una diga naturale che, raccogliendo l'acqua piovana, ha formato il lago Kaindy. La sua lunghezza è di circa 400 metri con una profondità che raggiunge massimo i 30 metri. L'acqua è gelida: in estate raggiunge i 6 gradi. La foresta che è rimasta sommersa a causa del terremoto, ha continuato a crescere, quindi il mistero è che sopra la superficie del lago si vedono tronchi nudi, sotto l'acqua crescono rami rigogliosi! Siamo a quota 1.667 metri sul livello del mare. Davvero mozzafiato! 

A questo punto occorre fare il percorso al contrario: cavalli, furgone, buche, fiumi, Saty Village.

Soprattutto occorre cercare un alloggio per la notte, perchè erano le 18.30 ed eravamo stanchi. Cosa fare se non bussare di nuovo alla porta di Mira che per fortuna ci ha accolti come a casa!
A cena eravamo in 13 da ogni parte del mondo, è stato bellissimo parlare tutti insieme.
Il marito di Mira ci ha anche fatto sentire il suono della dombra e di altri strumenti tipici, bellissima esperienza!!

Giorno 10 ed 11: dopo la solita, abbonadantissima colazione ed i saluti non senza commozione ci siamo diretti verso Almaty, avevamo deciso di fermarci al Gunny Village. La ricostruzione di un villaggio kazako che affitta yurte per la notte. Il villaggio ospita turisti durante il giorno per esibizioni culinarie ed equestri e qualcuno rimane per la notte. Devo dire che non varrebbe la pena includere questa tappa nel viaggio, fatta eccezione per le prove a cavallo che sono veramente spettacolari! Il giorno dopo siamo andati al lago Issik, sempre a sud di Almaty. Anche in questo caso si tratta di un bel lago montano raggiungibile con una piacevole passeggiata a piedi. La notte l’abbiamo trascorsa ad Almaty. Abbiamo dormito all’Hotel Urban Luxe, nuovissimo. Devo dire che è stato proprio una coccola dopo giorni di viaggio. L’hotel è nuovo, con camere e bagni perfetti. Accappatoi, asciugacapelli, aria condizionata. Perfetto!